Missione archeologica franco-italiana di Umm-el-Breigât (Tebtynis, Egitto)
Il villaggio di Tebtynis, situato 170 km a sud-ovest del Cairo, sul bordo meridionale dell’oasi del Fayûm, fu fondato verso il 1800 a.C. e rimase per secoli il centro più importante di tutto il circondario. Esso non fu abbandonato che nel XII sec. d.C., allorché i suoi ultimi abitanti, spinti dall’avanzare del deserto, furono costretti a lasciare le loro case e a trasferirsi nella zona ancora coltivata dell’oasi, dove fondarono un altro villaggio, cui diedero il nome di quello lasciato. Il nuovo insediamento vive tuttora, mentre di quello originario rimangono vestigia imponenti 6 km a sud.
Scoperte nel 1899, le rovine furono scavate da missioni scientifiche inglesi, tedesche ed italiane; furono saccheggiate da cercatori di antichità e devastate dai cavatori di sebâkh, un terriccio contenente nitrati e fosfati che era utilizzato come fertilizzante. Così, dopo l’ultima campagna della missione italiana nel 1936, per oltre cinquant’anni nessun archeologo ha operato a Tebtynis, perché l’area era ritenuta esaurita.
I lavori sono ripresi nel sito solamente nel 1988, quando è arrivata la missione congiunta costituita dall’Institut français d’archéologie orientale del Cairo (Ifao) e dall’Università degli Studi di Milano. La notizia della riapertura del cantiere fu accolta con scetticismo in vari ambienti scientifici; ma i risultati via via raggiunti sono stati così soddisfacenti che la missione ha già lavorato nel sito per più di trent’anni e prevede di continuarvi le sue ricerche con regolarità negli anni futuri.
I quartieri ellenistici del villaggio, precedentemente sconosciuti, sono stati localizzati e rimessi alla luce su vaste estensioni; il settore bizantino, celato sotto la sabbia sino al 2004, è stato individuato e parzialmente dissepolto; edifici notevoli sono stati scoperti: una cappella dedicata a Termuthis, la postazione della polizia del deserto, i bagni pubblici del III e quelli del II sec. a.C., un grande deposito per cereali dell’ultima età ellenistica ed il santuario di Soknebtynis eretto sotto Tolomeo Soter. Nello stesso tempo sono stati raccolti circa 11.000 testi scritti su papiri e cocci in egiziano, greco, aramaico, copto ed arabo; ed è stata rinvenuta una quantità ancora più ampia di oggetti, 320 dei quali sono stati destinati ai maggiori musei dell’Egitto.