Missione archeologica italo-egiziana ad Assuan (Egitto)
La Missione congiunta italo-egiziana ad Assuan (EIMAWA: Egyptian-Italian Mission at West Aswan) dell’Università degli Studi di Milano e del Ministero delle Antichità egiziane è diretta per la parte italiana dalla Prof.ssa Patrizia Piacentini con la vice-direzione della dott.ssa Massimiliana Pozzi. Le indagini e gli scavi archeologici sono condotti in un'area molto vasta che circonda il Mausoleo dell'Aga Khan III sulle alture desertiche occidentali di fronte alla città di Assuan, nei pressi della frontiera meridionale dell'Egitto.
A seguito di una ricognizione preliminare condotta nel 2018, nel gennaio 2019 la Missione ha individuato e mappato su 25.000 mq di terreno circa 300 tombe databili tra il VI secolo a.C. e il IV secolo d.C. Ricerche ulteriori fanno supporre la presenza di numerose altre sepolture, in parte scavate nella collina, in parte sotterranee, su una superficie totale di circa 100.000 mq.
Una di queste tombe, completamente nascosta sotto sabbia e detriti, è stata interamente scavata nel 2019 e denominata AGH026. Era stata usata e poi riutilizzata nel corso di molti secoli, dall'inizio dell'epoca tolemaica (III-II sec. a.C.) al periodo romano (I-II sec. d.C.). La tomba, visitata dai ladri nell’antichità, conserva ancora circa 35 mummie – alcune intatte, altre molto danneggiate – e oggetti di grande interesse in quanto molto raramente attestati tra i materiali rinvenuti a fino ad oggi su tutto il territorio egiziano.
Una scala in parte fiancheggiata da blocchi scolpiti conduce alle camere funerarie scavate nella roccia, la più profonda delle quali si trova a cinque metri di profondità. Molte anfore e vasi per offerte sono stati scoperti all’interno e intorno alla tomba. All’interno della struttura funeraria, in una camera laterale di Epoca Romana, erano state deposte 4 mummie, accompagnate da vasi che contenevano ancora resti di cibo. Due mummie sovrapposte, probabilmente di una madre e di suo figlio pre-adolescente, erano ancora coperte da cartonnage dipinto, una sorta di ‘cartapesta’ fatta con lino o papiro e gesso dipinto. Un sarcofago era stato scavato direttamente nel pavimento roccioso.
Nella stanza funeraria principale, dell'inizio dell'Epoca Tolemaica, si trovavano circa 30 mummie, alcune depositate su un ampio gradino di roccia, altre in nicchie laterali. Appoggiato alla parete nord della stanza, è stato scoperto un oggetto rarissimo in Egitto: una barella intatta in legno di palma e strisce di lino, usata dalle persone che avevano depositato i corpi nella tomba. All’ingresso della stanza la missione ha scoperto vasi contenenti bitume per la mummificazione, cartonnages bianchi pronti per essere dipinti e una lucerna. Sul lato destro e sinistro della porta, sono stati scoperti molti cartonnages colorati e dorati, frammenti di maschere funerarie dipinte con oro, straordinari resti lignei dipinti e due statuette in legno dipinte dell’uccello-Ba, che rappresenta lo spirito del defunto. Tra i numerosi oggetti rinvenuti nella stanza vi erano anche parti di un sarcofago di legno dipinto oltre a frammenti importanti di un letto funerario che presentano un testo completo in caratteri geroglifici, in cui si legge il nome del ricco proprietario, chiamato Pamerih, che ricopriva tra l'altro la funzione di Generale di Suenet (antico nome di Assuan), i nomi dei genitori e i loro titoli, oltre a formule di offerta.
Se la vita degli abitanti di Assuan nei periodi tolemaico e romano è parzialmente nota grazie a papiri e a rinvenimenti archeologici effettuati nell'abitato e nei templi, si ignorava dove si trovassero le loro sepolture. La vastissima necropoli che è stata scoperta costituisce quindi un anello mancante di grande rilievo storico e culturale.
Un gruppo interdisciplinare dell'Università degli Studi di Milano, formato da egittologi, storici, antropologi forensi e radiologi, paleopatologi, archeobotanici, informatici, geologi e restauratori sta attualmente esaminando e studiando questi reperti, mentre la topografia e geomatica sono svolte, nell'ambito della missione, dal prof. Gabriele Bitelli dell'Università degli Studi di Bologna che coordina anche i topografi egiziani. In tutti questi ambiti si svolge anche un'intensa attività di formazione per i giovani studiosi egiziani e i migliori laureati e dottorandi dell'Università degli Studi di Milano.
Le ricerche di EIMAWA sono svolte sulla base di un accordo formalizzato con il Ministero delle Antichità egiziano e sono sostenute dall’Università degli Studi di Milano e dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (DGSP Uff. VI).